“La dama, la strega e l’artista. Storie di donne tra le opere della Fondazione Morcelli-Repossi” è il titolo della nuova rassegna allestita dalla Fondazione Biblioteca Morcelli – Pinacoteca Repossi. La mostra sarà aperta dall’8 marzo al 15 maggio, seguendo gli orari della Fondazione. Per la prima volta l’esposizione offrirà al visitatore l’occasione di intrecciare il percorso nelle sale della Pinacoteca alla raccolta di incisioni scelte e allineate nella Sala delle stampe. L’obiettivo è di tracciare un itinerario che illustri come, nel tempo e in vari stili, l’arte ha rappresentato la figura femminile, per giungere all’attualità che vede le donne non solo oggetto e soggetto dell’opera, ma protagoniste a pieno titolo dell’attività creativa.
Il primo itinerario proposto dalla mostra è un percorso, seguendo il fiocco rosa, tra una cinquantina di dipinti e sculture nelle sale della Pinacoteca. Si inizia con una rappresentazione angelicata della figura femminile: un dipinto a olio di scuola cremonese del XVI secolo con Santa Cecilia all’armonium e gli angeli in coro. La figura mitologica è incarnata nel marmo delle sculture ottocentesche di Gaetano Monti, in particolare nel gruppo di Angelica e Medoro. Ricca è la serie di modelli fra fine Ottocento e inizi del Novecento, con le inconfondibili Suore dal grande cappello candido di Vincenzo Cabianca, il Ritratto di fanciulla di Mosè Bianchi e le Modelle di Angelo Dall’Oca Bianca. Di grande fascino le immagini femminili di Attilio Andreoli: la Maternità, il ritratto di Paolina Faglia e della Famiglia di Giovanni Mazzotti Biancinelli. Molte le dame clarensi che si incontrano nel percorso: Laura Cadei Maffoni dipinta da Giuseppe Teosa, Maria Luisa Zinelli Cogi e Maria Lombardi ritratte dall’Andreoli, Rosa Cicolari dipinta dal Guggino, Giannina Olmo e Carolina Farina Bonicelli ritratta da Il Piccio. Fra le sculture spiccano quelle di Pietro Repossi: la sensuale Salomé, la sofferente Maria egiziaca, la Santa Caterina in estasi. E infine le artiste, tra di esse in particolare la Franca Ghitti delle Pagine chiodate e la Rina Soldo con le sue vedute lagunari e lacustri, le sculture di Johanna Wahl e di Gabriella Goffi.
Tra le migliaia di incisioni della collezione clarense, per questa mostra sono state scelte una quarantina di stampe suddivise in filoni: l’immagine mitologica, le figure bibliche, le dame e le donne del popolo. Molte le firme di prestigio: Grechetto con Circe, Annibale Carracci con Venere e Clizia, Giulio Romano con Apollo e le Muse, Andrea Mantegna con Quattro donne danzanti, il Correggio con Maddalena, il Tiziano con La Fornarina. Suggestive le immagini di donne nei lavori domestici, opera soprattutto di autori europei del Settecento. A completare il panorama, anche qualche pezzo pregiato di artisti contemporanei: Tre Grazie di Pietro Leiddi, Ritratto femminile di Giuseppe Guerreschi, Elogio della poesia e Spigolatrici di Giovanni Repossi.
Durante il periodo della mostra si terranno visite guidate. Sono in programma anche due presentazioni di libri. La prima riguarda la “Sala delle Dame” dipinta dal Moretto nel Palazzo Martinengo di Brescia. Opera di rara bellezza è di fatto sconosciuta perché racchiusa in un circolo privato ed esclusivo. La storia del palazzo e dell’opera è stata raccontata in un volume pubblicato da Bams con i testi di Floriana Maffeis e le fotografie di Basilio e Matteo Rodella e di Virginio Gilberti. La presentazione a Chiari sarà l’occasione per ammirare il capolavoro segreto. Il secondo appuntamento sarà riservato a “La lavandaia del Pitocchetto”, dipinto conservato nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia e al quale la giornalista Paola Carmignani ha dedicato in piacevolissimo e raffinato saggio, pubblicato da La Quadra.
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