Nell’ambito della rassegna allestita nella Pinacoteca Repossi e dedicata alla figura femminile nell’arte, venerdì 12 aprile, alle 20:30 presso l’Auditorium “Flavio Riva”, si terrà la presentazione del volume “La stanza delle Dame”, dedicato al capolavoro segreto del Moretto. Interverranno la curatrice del libro, Floriana Maffeis con il fotografo ed editore Basilio Rodella. La presentazione sarà accompagnata dall’esecuzione di musiche rinascimentali con il violinista Massimo Paioli.
“La Stanza delle Dame” è uno dei tesori più affascinanti di Brescia, da sempre nascosto al grande pubblico perché nel cuore di una dimora privata. Ora viene disvelato da un volume che unisce dovizia di immagini e documenti, altro tassello del grande mosaico dell’anno da Capitale della cultura. I testi sono di Floriana Maffeis, che da anni svolge una ricerca sistematica sulle carte d’archivio dei Martinengo di Padernello. Dai documenti ricostruisce la storia del palazzo che si affaccia su via Dante a Brescia, edificato su una struttura tre-quattrocentesca e successivamente “reformato” nel 1543 su disegni di Zaccaria Falnetti. Successivamente riordinato nel Settecento dai Marchetti, padre e figlio, fu quasi totalmente distrutto dal bombardamento del marzo 1945 e quindi restaurato negli anni Settanta.
Dalle antiche carte riemerge anche Gerolamo I Martinengo. Uomo sanguigno e d’arme. Giovanissimo, per vendicare la morte del padre, uccise un parente e perciò venne bandito, esiliato a Zara. Si riabilitò militando al servizio di Venezia. Edificò fortificazioni a Creta e a Cipro, combatté contro i Turchi del Solimano. Morto nel 1570 per un’epidemia mentre era in navigazione, è sepolto a Famagosta. Lui fu il committente della Stanza delle Dame, affidata al Moretto e offerta ad Eleonora dei Gonzaga di Sabbioneta come dono per il matrimonio celebrato con grande sfarzo l’11 gennaio 1543, ma che finì tragicamente solo due anni dopo, a causa d’un parto prematuro.
La stanza, emblema dell’ideale femminile rinascimentale – che a Brescia ebbe esempi notevoli con Veronica Gambara, Laura Cereto e Angela Merici -, fu custodita con cura fino al marzo 1945, quando le bombe alleate la colpirono. I dipinti furono strappati nell’agosto 1945 e affidati al più celebre degli specialisti di quel tipo di restauro, Ottemi Della Rotta. Riassemblati nel 1949-50, ancora oggi mostrano tutta la loro bellezza. Su pareti e volti, paesaggi e architetture, acconciature, gioielli, vesti, tappeti, animali e decorazioni si soffermano le inquadrature di Basilio, Matteo e Stefano Rodella (Basmphoto) e di Virginio Gilberti, che con grande perizia mettono in luce l’insieme e i particolari sorprendenti del capolavoro.
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